“Lytrate”(fotografie) è stato presentato nella chiesa di Prato di Resia giovedì 31 ottobre 2002. Non è, come uno si aspetterebbe, un album di fotografie, ma uno spaccato di cultura resiana, colto attraverso canti, testimonianze della gente, interventi di specialisti e conoscitori della peculiarità di nostra cultura, contenuti in un volume di 170 pagine e un CD di 20 brani, di cui uno intitolato appunto “Lytrate”.
Come i due protagonisti del testo, musicato da Luciano Turato, che, accoccolati accanto al focolare, ricercano nelle fotografie le tappe salienti della loro vita, così maestro e coristi del sodalizio hanno ricercato in “Lytrate” il suggello di un lungo, faticoso, talvolta alterno, ma sempre entusiasmante impegno durato 31 anni e che qualcuno ha condiviso, senza interruzione, fin dal primo giorno. Cantare bene è per ogni coro l’obiettivo principale, ma cantare bene la propria terra e la propria cultura , condividendone ogni aspetto, riempie il cuore di gioia. Ed è proprio con gioiosa partecipazione che il coro Monte Canin ha presentato il suo lavoro nella chiesa di S. Maria Assunta.
Il gruppo, alla guida del maestro Romano Martinuzzi, ha abbandonato il percorso di sola imitazione e ha intrapreso un cammino di ricerca, rivisitazione e proposta di canti resiani di ieri e di oggi. Lo ha fatto con serietà e dedizione, senza la pretesa di atteggiarsi a studiosi, ma con l’intento di lasciare una traccia indelebile del proprio impegno e permettere a tutti di poter dipanare il filo della memoria attraverso una carrellata di bozzetti di vita dipinti da parole, musica, fotografie, aiutato in questo da diversi amici. Il lavoro è sicuramente nato dalla voglia di capire meglio non solo il testo, ma anche la vita, la storia, il modo di pensare della popolazione protagonista di queste fotografie . Così maestro e coristi si sono impegnati a consultare vecchi testi, sacri e profani, a intervistare gli anziani della valle raccogliendo i loro ricordi e le loro testimonianze, a catalogare ogni sorta di materiale utile alla ricerca per non disperdere un patrimonio di musiche e canti tradizionali che fanno di Resia un’isola culturalmente ricca di interessi per tanti ricercatori e studiosi di tutto il mondo. Ma limitarsi a trasmettere una cultura arcaica sarebbe stato soltanto folklore. Un impegno serio chiede di attingere dal passato per adeguarsi al presente e affrontare il futuro. Lo ha sottolineato molto bene nel suo intervento Toni Colùs ( Antonio Colussi), già maestro del coro e conoscitore della cultura musicale regionale. A lui hanno fatto eco le parole del secondo relatore, Walter Colle, etnomusicolo e conoscitore delle peculiarità del mondo resiano.
Il coro Monte Canin ha fatto proprio questo: ha registrato tradizionali canti d’amore, di culto e di occasione e li ha riproposti, rivisitati e rinnovati attraverso armonizzazioni di diversa ispirazione di vari musicisti contemporanei: Marco Maiero, Renato Miani, Luciano Turato, Julijan Strainar, Oreste Rosso, Giovanni Zanetti. Si è, inoltre, cimentato anche con il nuovo affidando agli stessi armonizzatori testi di alcuni coristi, dettati dall’amore per la resianità.
Ne è uscito un campionario completo che attraversa le tappe fondamentali del ciclo della vita dalla nascita alla morte e che riassume e interpreta i sentimenti più intimi degli abitanti della valle dei fiori. Naturalmente non poteva mancare il suono caratteristico della zytyra e della bunkula. Ed è proprio con l’accompagnamento musicale di queste melodie, interpretate da Paolo Valente e Remo Di Lenardo, che il coro Monte Canin si è congedato dal pubblico in occasione della presentazione del suo lavoro. Anche negli ultimi brani del CD le voci corali e le note strumentali si fondono, esaltandosi a vicenda .
Ed è un canto d’amore per il canto e per la Val Resia.
(e.m.)